"Mostri? No, un'umanità mediocre": al festival di Avignone, una serata storica in omaggio a Gisèle Pelicot

Reportage di Ariane Ascaride e Philippe Torreton, Camille Etienne e Françoise Nyssen... Una cinquantina tra attori e attrici, attivisti e membri della società civile si sono alternati sul palco per rivivere i momenti salienti del processo per stupro di Mazan e condividere articoli pubblicati durante il processo.
Il processo Pelicot sul palcoscenico di Avignone, del drammaturgo Servane Dècle e del regista svizzero Milo Rau RAYNAUD DE LAGE CHRISTOPHE
Erano da poco passate le 2 del mattino di sabato 19 luglio quando il pubblico del Chiostro dei Carmelitani di Avignone si alzò con calma per applaudire l'omaggio a Gisèle Pelicot, una serata diretta dal drammaturgo Servane Dècle e dal regista svizzero Milo Rau, appena conclusa. Dopo un silenzio attento, quasi religioso, si levarono applausi calorosi, "grazie" e "bravi", ma il pubblico era calmo, sbalordito, stordito dalle quattro ore orchestrate dal regista svizzero Milo Rau. Uno spettacolo? Non proprio. Piuttosto, un "gesto artistico", come lo descrisse Tiago Rodrigues pochi minuti dopo, anche lui un po' commosso da ciò che aveva appena visto e sentito.
La serata era iniziata quattro ore prima. I 400 biglietti gratuiti per la serata sono andati a ruba in meno di un'ora, e questo "gesto artistico" è stato trasmesso in diretta nell'area del festival e in diversi luoghi della città: i cinema Utopia e la brasserie Guillaume Puy, che, durante il processo al Palazzo di Giustizia di Avignone, era stata il quartier generale di tutti gli attori tra un'udienza e l'altra.
Su una Place des Carmes infuocata...

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